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Sappiamo che è stata realizzata verso la fine del 1800, ma i primi documenti che possiamo consultare della Fontana di Piazza Garibaldi risalgono al 1891 quando Luigi Barone chiede al Comune di effettuarne le necessarie manutenzioni.

Si lamenta, infatti, per le infiltrazioni che crea alla sua casa, per la cantina allagata, la strada perennemente impaludata, e d’inverno ghiacciata con l’enorme masso di ghiaccio che si forma.

In caso contrario ne richiede direttamente la rimozione e ne propone il riposizionamento a 12 metri di distanza circa, offrendo gratuitamente il terreno dalla parte opposta, così da dare anche un nuovo assetto alla Piazza: fuor d’imbarazzo per tutti e danno per nessuno!

Il 14 giugno 1891, il Consiglio Comunale, presieduto dal sindaco Cav. Gaetano Zuccone, risponde che, essendo stati i terrieri a chiedere l’autorizzazione e realizzare l’opera, ma che malgrado le promesse di fornire questa fontana di vasca, queste non erano state mantenute, né c’era in programma un qualsivoglia impegno da parte dei terrieri in tal senso, dichiara che si tolga la causa del danno con la soppressione temporanea della fontana.

Supportato dal parere dei consiglieri, conferma l’idoneità dell’attuale ubicazione della stessa, aggiungendo però che le finanze del Comune non permettono un intervento immediato; in attesa di possibilità future, ne ordina la chiusura per ovviare al danno, salvo che quei signori terrieri si interessassero alla provvista della vasca ed ai lavori occorrenti, a loro spese!

Non sappiamo poi cos’abbiano risolto i terrieri, ma riteniamo che abbiano assolto al loro impegno, anche perché ritroviamo una piantina del 20 febbraio 1908 nella quale figura un rettangolo, in posizione tale, rispetto alla piazza, che si può identificare con una vasca.

Il 30 aprile 1911, tuttavia, il problema dell’igiene pubblica si ripresenta in toni pesanti lamentando “lo sconcio che purtroppo si verifica, causa la molta presenza di persone ad attingere acqua e abbeverare gli animali”; il Consiglio Comunale è d’accordo e decide la soppressione della stessa per liberare la piazza, a favore della realizzazione di altre due fontane da costruirsi poco distanti, una in Corso Rolandi e l’altra in Via Lanzio.

Il 17 maggio 1911 viene finalmente concluso l’accordo con un impegno precario di dodici anni con i proprietari dei terreni, Barone Luigi e Ottina Serafino; vennero quindi realizzate queste due fontane complete di vasche in granito: una in Corso Rolandi nel terreno di Barone Luigi e l’altra in Via Lanzio, dopo la casa della Beata Panacea; di quest’ultima vasca era stata particolarmente curata la parte ornamentale della realizzazione scultorea, ma non abbiamo informazioni di dove possa essere finita.